Chic e Kitsch tra originalità e stravaganza. In mezzo un limbo di confusione che trae le sue origini da quell’universo mediatico che fa delle sue stelle, più o meno splendenti, il mezzo attraverso le quali veicolare mode, tendenze, stili di vita… Diktat che si trasformano in spunti creativi quando analizzati con spirito critico, ma che impongono tutta la loro capacità di persuasione quando si tramutano in messaggi subliminali.
Tutto nasce da quella cultura Pop che vede la propria ragion d’essere nell’acquisizione di prodotti al fine di appagare i desideri indotti dal bombardamento mediatico. L’ambizione a quello status simbol, propagandato da personaggi belli e irraggiungibili, che genera al contempo frenesia dell’acquisto e frustrazione dell’ordinario. Un fenomeno che già nella prima metà del ‘900 ha acceso il dibattito artistico con personaggi come Yves Klein e Piero Manzoni. Entrambi, con un continuo botta e risposta, fatto di opere provocatorie e dissacranti, dimostrarono che l’arte, nell’ambito della critica e del collezionismo, era divenuta “fine a se stessa”, un mero oggetto di consumo per ricchi speculatori. Un concetto esteso al vivere quotidiano dalla Pop Art, con Andy Warhol e la sua Factory. Le sue opere posero i riflettori su una società che, in preda alla “necessità” di tutto, fagocitava qualunque cosa: dal pomodoro Campbell a Marilyn Monroe, dal prodotto dell’industria al “prodotto” dello star sistem piuttosto che della politica e dell’arte, divenuta essa stessa un bene di consumo.
In questo marasma generale, ricordiamoci che si usciva dai due grandi conflitti mondiali, ogni cosa trovava la sua ragion d’essere. È in questo clima che si perde ogni punto di riferimento, dall’estetica alla morale, dalla cultura all’’ideologia. Si sperimentano nuove strade che si riflettono in un nuovo gusto.
Questa ricerca, spesso, taglia i conti con il passato, altre volte parte da esso, e dalle sue istanze, per interpretare nuove ed originali forme estetiche. È in questo dualismo che fa la sua comparsa il kitsch. La continua ricerca del nuovo, associata ad un deviato senso del bello e alle sovrastrutture dell’ostentazione, che fanno dell’eccesso sinonimo di “benessere”, sono parte essenziale di un mondo parallelo e caleidoscopico a cui sempre più spesso strizzano l’occhio designer e stilisti. Un mondo in cui, in piena crisi creativa dove tutto o quasi è stato fatto, attingere a piene mani incuranti dell’unica vera ambizione umana: la ricerca dell’armonia.
E così ci ritroviamo catapultati in un mondo dai colori, dalle forme e dai suoni dissonanti che si riflettono in un agire collettivo schizofrenico, indotto a desiderare l’assurdo con la paranoia di una sofisticatezza allucinata che vede nell’orrendo e nell’inutile un punto di arrivo. Ma a cosa? A quelle passerelle che propongono abiti immettibili, a quei Red Carpet, a volte, imbarazzanti, a quei videoclip sempre più volgari! Nel caos è più facile avere giogo delle menti! D’altronde non è ovvio creare qualcosa di bello ed originale con mezzi semplici, soprattutto se si ha un surrogato di cultura, si è convinti di essere creatori geniali e magari non si ha l’esperienza della materia che si plasma!
Osare, provocare sembrano essere le uniche parole d’ordine che aprono le porte del successo. Ed esso arriva, in maniera eclatante e virale, strutturato con intelligenza e consapevolezza laddove anche improvvisazione e leggerezza sono sapientemente meditate. Salvo poi scoprire che spesso, dietro le luci abbaglianti di questo show, c’è la più tranquilla “normalità”! Ed intanto gli incantati spettatori, inconsapevoli e incuranti, sono proiettati in un sogno che vivono con occhi altrui. Il “sogno”, ecco la parola magica che trova concretezza nella capacità di ognuno di dare corpo alle proprie aspirazioni, ispirati o emulatori, ma fondamentalmente tutti alla ricerca di un mondo interiore da costruire, più che da scoprire, con tutto ciò che di bello il mondo ha da offrire o con tutto ciò che del bello pensiamo di “capire”!
A questo punto siamo tornati al punto di partenza direte voi! Si, ma attraverso un viaggio nel tempo che può aiutarci a capire dove e come nascono i nostri desideri e cosa davvero appaga la nostra continua ricerca di armonia, equilibrio o perfezione che dir si voglia. Magari più consapevoli e critici nell’elaborazione di un gusto e di uno stile che davvero rappresentino l’esteriorizzazione del nostro io e, possibilmente, liberi dalle briglie dell’eccentricità e della stravaganza a tutti i costi nel timore di non sapersi confrontare con la più originale e ricercata semplicità!
Whispered Look Fashion
Whispered Look Fashion è una linea di moda easy chic, confortevole e di alta qualità, caratterizzata dall’inconfondibile Logo e attenta agli standard della Moda Etica attraverso processi produttivi eco-friendly e sostenibili che salvaguardano l’ambiente.
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